PRAGA - DRESDA: libri di viaggio
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Una Solitudine Troppo Rumorosa

UNA SOLITUDINE TROPPO RUMOROSA

Bohumil Hrabal

EINAUDI

 

“La mia Solitudine rumorosa è la logica deduzione di tutto ciò che dentro di me era cresciuto, non ho tentato di scrivere null’altro se non che da noi un’epoca finiva e un’altra cominciava… Si era spezzata un’asse di un’epoca che era durata secoli, e il mio eroe si è trovato nel luogo della rottura ed è stato investito dalle schegge”. B.H.

 

A Praga, nelle viscere di un vecchio palazzo, un uomo, Hanta, lavora da anni a una pressa meccanica trasformando libri destinati al macero in parallelepipedi sigillati e armoniosi, morti e vivi a un tempo, perché in ciascuno di essi pulsa un libro che egli vi ha imprigionato, aperto su una frase, un pensiero: sono frammenti di Erasmo e Laozi, di Holderlin e Kant, del Talmud, di Nietzsche, di Goethe.

Professionista per necessità della distruzione dei libri, Hanta li ricrea incessantemente sotto forma di messaggi simbolici, rinnovando a ogni istante il prodigio del pensiero creativo che sgorga spontaneo al di là e nonostante i modelli canonici della società e della cultura.

Praga Magica

PRAGA MAGICA

Angelo Maria Ripellino

EINAUDI

 

Un viavai inesauribile di storie, leggende, personaggi. Il libro mostra, al di là del cliché turistico di Praga, “città d’oro”, tutta l’arcana sostanza, le ambiguità, il tenebrismo, il torpore, il fascino nascosto della città boema. Il capolavoro di un saggista profondamente innamorato della sua materia, ma anche struggentemente poeta in proprio. Praga narrata non solo nei suoi splendori, ma anche nelle sue ombre non meno fascinose: quelle del Quartiere ebraico, del Golem, delle taverne, degli stranieri che vi abitarono, della letteratura tedesca che vi fiorì, di Hašek e di Kafka, di Apollinarire, di Meyrink e dei dadaisti boemi.

Praga Magica

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE

Milan Kundera

La Biblioteca di Repubblica

 

Considerato unanimemente il capolavoro di Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere riprende da grandi modelli, come ad esempio “Le affinità elettive” di Goethe, la forma e la struttura del romanzo-saggio, calandola in un contesto del tutto particolare (la Praga degli anni Sessanta, negli anni più bui del regime comunista cecoslovacco), e quindi rifondendola al fuoco di un pathos tutto contemporaneo: amore e ideologia, pubblico e privato, illusioni e delusioni si incontrano e si scontrano in un campo di forze decisamente opprimente e concentrazionario, in cui l'anelito alla libertà, e a una dimensione più "leggera"dell'esistere, assume drammaticamente l'aspetto di un'attesa tanto più angosciosa quanto più certamente votata allo scacco. La storia d'amore fra Tomas, medico ex comunista, ma ancora materialista e animato da una fisicità prorompente, e Tereza, tutta intenta invece alle ragioni di un'"anima" da ricercare quasi in alternativa al corpo e con disperata intensità di sentimento, diviene facilmente il paradigma di tutte le incomprensioni e le malinconie che possono insorgere quando l'amore si fa in primo luogo scandaglio, diretto a sondare gli abissi della propria infelicità, storica o psichica che sia. I tradimenti e gli abbandoni, gli scontri e le riconciliazioni, appaiono così sempre più chiaramente delle linee di fuga da una verità dell'essere attinta dallo scrittore a profondità straordinarie, una verità che forse è impossibile, pena la vita, accettare fino in fondo. Ma il miracolo compiuto da Kundera consiste nell'offrirci tutto questo con una incredibile levità di tocco, con una patina di sorridente ironia che, lungi dal banalizzare il contesto, ne esalta anzi lo spessore, e riesce a farci sentire tutti, nessuno escluso, perentoriamente chiamati in causa.

Praga Magica

UTZ

Bruce Chatwin

La Biblioteca di Repubblica

 

Kaspar Utz, ricco praghese di famiglia tedesca, coltiva una sua esclusiva passione per le famose porcellane di Meissen, che acquista ovunque e conserva tutte nella sua casa. Costretto a subire prima l’invasione nazista e poi il regime comunista, egli intrattiene con la sua collezione un rapporto totale, che lo isola dal sinistro “rumore di fondo” della storia e lo fa perdere nelle mille storie che possono nascere dai personaggi raffigurati nelle porcellane, riconducendolo a un passato Sei-Settecentesco forse altrettanto terribile, ma per lui certamente felice.

Ma subito dopo la morte di Utz, la collezione scompare misteriosamente e non viene più trovata. L’io narrante, che adombra lo scrittore stesso, cerca di capire cosa ne è stato, ma non riesce ad andare oltre la pura ipotesi che l’uomo, sentendo avvicinarsi la fine, abbia voluto portare con sé le amate statuette, distruggendole e affidandone i cocci a una discarica, pur di non saperle cadute nelle mani insensibili dei funzionari governativi: estrema rivolta contro la storia, contro la sopraffazione e l’ottusità che lo hanno sempre circondato.

Ispirato a una storia vera (la collezione del proprietario reale, creduta perduta, è stata invece ritrovata nel 2001), l’ultimo romanzo di Chatwin, che uscì nel 1988, è l’evocazione insieme ironica e struggente di una condizione umana che della fuga dal mondo fa la sua bandiera, e che alle regole spesso vessatorie di quel mondo rifiuta di sottostare: una fuga molto simile a quella che lo stesso scrittore ha sempre praticato, e che dunque si carica di echi emotivi molto profondi, affidati a un’ “aura” quasi impalpabile, ma straordinariamente suggestiva.

Praga Magica

IL PROCESSO

Franz Kafka

Luigi Reverdito Editore

 

Le opere di Kafka sembrano, e forse sono, la trascrizione simbolica della condizione in cui noi oggi viviamo: immersi in una realtà che puntualmente delude le nostre aspettative, che trascende i nostri criteri di misura e di valutazione, che dispone di noi nostro malgrado lasciandoci senza certezze, esposti a tutti i colpi della sorte.

Quando il mondo diventa minaccia invece che conforto, e il mondo d’oggi sembra scatenare da ogni parte le sue minacce, l’uomo cerca all’interno di se stesso il significato e la dignità di vivere. Ne Il Processo i personaggi sono costretti a ripiegarsi nella loro interiorità, dove scoprono dolorosamente che il destino non appartiene a se stessi ma ad una potenza ostile con un enigmatico e minaccioso volto di sfinge.

Il carattere precipuo e dominante degli avvenimenti nei quali è prima coinvolto e poi travolto il protagonista è la problematicità del reale e il suo continuo evolversi verso l’ignoto e l’imprevisto.