BORDEAUX
Mylène
Daniele
Tania e Silvia
St.Emilion 02
St.Emilion 02
Yon_Figeac 01
Yon_Figeac 02
Yon_Figeac 02
Creon 01
Creon 02

I LUOGHI VISITATI (prima parte)

 

Arrivo all’aeroporto di Bordeaux e mentre aspetto il bus che porta al centro, vicino allo stand di accoglienza per i turisti, una ragazza con valigia in mano mi guarda e mi dice: “Jonas?”. “Sì”, rispondo sorpresa, non credevo si capisse così tanto dalla faccia! Anche lei, veterana Jonas, arrivata fresca fresca da Roma, è pronta ad intraprendere questa nuova avventura in bicicletta…

All’Holiday Inn inizio subito con un bicchiere di Bordeaux bianco al bancone del bar dell’albergo, tanto per entrare in atmosfera. A seguire l’incontro con il gruppo Jonas (un piccolo briefing con informazioni sull’associazione, sull’hotel, sulla città di Bordeaux e sul programma della settimana); è qui che trovo la mia nuova compagna di stanza e scopro i volti degli accompagnatori: un ragazzo italiano di nome Daniele e la co-guida francese Mylène.

Al di fuori dell’albergo (a due passi dalla stazione TGV e lungo la Garonne) vaga continuamente un crogiolo di razze ed etnie, per lo più magrebine, che convivono in questo quartiere multietnico dall’aspetto piuttosto trascurato.

 

Il risveglio all’Holiday Inn Bordeaux City Centre è ottimo, l’atmosfera è gradevole e la colazione è buona ed abbondante. Tanto per fare qualche esempio, nel buffet si trovano baguette, brioches fresche e panini, crepes, yogurt, prosciutto e formaggio, cioccolata, marmellata, burro, miele, caffè, latte, succo d’arancia e frutta fresca. Non a caso il nostro accompagnatore si raccomanda di non fare i soliti italiani, cioè imboscarsi con grande disinvoltura i panini nella borsa.

Giusta raccomandazione questa, difficilissima da rispettare; anche perché la cena non scopriremo presto non è dello stesso livello della colazione tanto che molti ciclisti Jonas preferiscono cenare fuori per provare la vera gastronomia dell’Aquitaine nonostante abbiano pagato tutte le cene in hotel.

 

St. Emilion

Comune di poco più di 2 mila abitanti situato nel dipartimento della Gironda, (a 35 km a nord est di Bordeaux, nella valle della Dordogna) è una prestigiosa zona del vino bordolese. Tutta la città è circondata dalla vigna. Saint Emilion con tutto il suo territorio, vigne comprese, nel 1999 è stato inserito nella lista del Patrimonio dell'Umanità (fatto insolito poiché è la prima volta che l’Unesco classifica un territorio vitivinicolo come parte del patrimonio dell’umanità). La zona di Saint-Emilion si estende su un territorio di 27 chilometri quadrati, arroccato su di una collina.

 

Per raggiungerlo si attraversa un paesaggio dolcemente ondulato con vitigni che si estendono a perdita d’occhio interrotti solamente dagli Chateau che danno i nomi alle etichette dei vini più rinomati al mondo. La storia narra che nell’Ottavo secolo un monaco bretone di nome Emilion si insediò in questi luoghi per diventare un eremita. Dal santo eremita deriva il nome della località, che nel posto visse per 17 anni e compì diversi miracoli (morì nel 767), da allora il paese divenne una tappa del pellegrinaggio sulla strada verso il santuario di Compostela.

 

Il paesino di St. Emilion conserva una chiesa monolitica unica al mondo interamente scavata nella roccia calcarea risalente alla fine dell’anno 1000, le Catacombe, l’Eremo nel quale il monaco abitava, la Cappella della Trinità ed il Campanile del XII-XV secolo del peso di 4.500 tonnellate e alto 133 metri che svetta al di sopra della piazza del mercato. È all’interno dell’Eremo che, scavato nella roccia, si trova un antro (una specie di seggiolino) luogo di meditazione e fecondità. Si narra che quando una donna (sterile o senza figli) si siede in quel piccolo antro, pochi mesi dopo rimanga incinta. Tra le donne del gruppo Jonas, nemmeno a dirsi, c’è stata una vera processione per sedersi!

 

La visita-degustazione nello Chateaux viticolo Yon-Figeac (Saint-Emilion)

Spiegate le varie fasi d’elaborazione del vino si passa direttamente all’assaggio; si tratta del vino Grand Cru Classé. “Vino di grande equilibrio dalla struttura intensa ma sempre delicato”, assicura il sommelier. Non essendo un’intenditrice di vino, annuisco, porto prima il bicchiere al naso e poi alla bocca, e ripeto l’operazione per almeno una decina di volte. “Aromi di ribes nero, lampone, more e vaniglia o pane tostato per i vini più giovani, tocchi di fragranza di cuoio o cacciagione per i più vecchi che sono anche i più strutturati ed i più poderosi”. I profumi da indovinare in un bicchiere sono molteplici, ma non so fino in fondo chi abbia capito i pregi di “une vinification qui dure six semaines sui vie d’une longue pèriode de maturation en futs de chene”. So solo che è primo pomeriggio e che ho assaggiato una grande varietà di vini a stomaco vuoto, mi viene da ridere senza motivo, di un’ebbrezza gioiosa che ritrovo anche nei volti degli altri. Finita la degustazione, siamo di nuovo pronti a partire, tra le risate generali, in barba alla pioggia e ai chilometri ancora da fare!

 

Créon

Escursione in bici a Créon (Comune di circa 3.000 abitanti situato nel dipartimento della Gironda) per 27 km di piano o falsopiano, lungo una pista ciclabile attraverso i boschi.

Arrivo e sosta nella piazza principale sotto un sole cocente; non c’è anima viva, la piazza è deserta e sembra di essere arrivati in un villaggio del Far West. La piazza è circondata da case con insegne scritte sui muri, in lontananza si sentono le voci di chi ha trovato riparo sotto i porticati e aspetta al tavolo che gli venga servito il pranzo. Insieme ad altre due compagne Jonas scelgo di prendere qualcosa in una piccola rosticceria con tipicità gastronomiche della zona, per poi squagliarmi definitivamente al sole.